22/05/2019 – Un altro caso di pesca illegale di oloturie in Puglia. Dopo Taranto è accaduto oggi a Brindisi, nel porticciolo di Torre Canne, dove per fortuna è intervenuta tempestivamente la Polizia marittima e difesa costiera della Capitaneria di porto di Brindisi al comando del capitano di vascello Giovanni Canu che ha proceduto al sequestro di due quintali di oloturie.
«Abbiamo lavorato tantissimo per ottenere il divieto di pesca delle oloturie – spiega Rosalba Giugni, Presidente di Marevivo – eppure continuano a verificarsi casi di illegalità, in particolare in Puglia. Occorrono controlli più severi per far rispettare la legge ed evitare il commercio illegale dei cetrioli di mare in Cina. Le oloturie, infatti, sono da sempre mangiate nei Paesi asiatici, dove vengono consumate fresche o essiccate (trepang). Il sovrasfruttamento delle popolazioni asiatiche ha portato prima a svilupparne l’allevamento, ma, negli ultimi anni, le oloturie sono state vittime di una pesca e commercializzazione sfrenata, nonostante non facciano parte della dieta mediterranea, pur essendo molto abbondanti e, quindi, ecologicamente essenziali. Con la richiesta del mercato asiatico si è diffuso il prelievo senza regole che ha impoverito, in poco tempo, il nostro mare rischiando di compromettere il buon funzionamento degli ecosistemi. Come Marevivo continueremo a vigilare sulla pesca illegale e chiediamo a tutti i cittadini di collaborare inviando delle segnalazioni alla nostra associazione».
Grazie all’azione di Marevivo è stato approvato con il decreto ministeriale 27 febbraio 2018 il divieto di pesca e di commercializzazione delle oloturie (cetrioli di mare) fino al 31 dicembre 2019.