14 novembre 2024 – Si è conclusa la prima edizione della campagna “Plastic Pirates – Go Europe!”, che in Italia è stata realizzata grazie alla collaborazione tra Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), Fondazione ambientalista Marevivo e Legambiente.
Nei due anni di attività, da giugno 2022 a settembre 2024, sono state coinvolte oltre 2000 persone fra studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado, docenti e volontari che, guidati dai ricercatori del CNR e dagli operatori di Marevivo e Legambiente, si sono ritrovati sulle sponde di alcuni fiumi italiani per monitorarne lo stato di salute e di inquinamento. Sono stati portati avanti 114 campionamenti e sono stati raccolti e poi differenziati 408,9 Kg di rifiuti trovati sulle sponde.
I “Plastic Pirates”, i pirati della plastica, pieni di entusiasmo e buona volontà e seguendo specifici protocolli scientifici per la raccolta dei dati, hanno campionato i fiumi Tevere, Aniene, Arno, Brenta, Isonzo, Lambro, Esino, Platani, Trigno e i torrenti Bisagno, Mela, Magazzolo, Varenna e Carabollace, hanno raccolto e classificato i rifiuti presenti sulle rive e in prossimità delle aree fluviali, dando il loro fondamentale contributo alla ricerca di macro e microplastiche nei corsi d’acqua, principali cause dell’inquinamento dei mari. I fiumi, che rappresentano le grandi arterie del pianeta e in passato trasportavano vita e cultura, oggi si sono trasformati in nastri trasportatori di rifiuti di ogni genere che raccolgono nel loro tragitto e che riversano inesorabilmente in mare, compromettendo la sua salute e quella degli organismi che lo abitano.
Le attività si sono svolte in Umbria, Lazio, Toscana, Veneto, Lombardia, Marche, Liguria, Friuli-Venezia Giulia, Molise e Sicilia. Per prelevare i campioni di microplastiche dai fiumi, i “Plastic Pirates” hanno utilizzato una rete speciale chiamata “Manta”, messa a disposizione dal CNR-IAS, appositamente costruita per trattenere le plastiche più piccole che, per le loro caratteristiche, tendono ad accumularsi sulla superficie dell’acqua. Nei due anni di campagna in quasi tutti i campioni raccolti e analizzati, sono state riscontrate particelle plastiche superiori a 1 mm: polietilene, polipropilene e polistirene.
Il progetto, che ha riscosso entusiasmo e apprezzamento fra tutti i partecipanti, soprattutto docenti e studenti, ha voluto promuovere la Citizen Science, una metodologia innovativa ancora poco utilizzata nelle scuole italiane che contribuisce a rendere più efficaci e concrete le azioni educative.
Il successo di “Plastic Pirates” risiede nel valore dell’iniziativa congiunta di monitoraggio dell’inquinamento e nella sua capacità di sensibilizzare i Paesi coinvolti sull’importanza dei fiumi, oltre che sulla necessità di cooperare nella ricerca a livello internazionale. In Europa, al progetto “Plastic Pirates – Go Europe!” 2024 hanno aderito oltre 8.000 studenti di 13 Paesi, che hanno potuto verificare il livello di inquinamento delle acque, con particolare attenzione alle macro e micro plastiche presenti nei fiumi e nelle aree limitrofe, destinate purtroppo a finire in mare.
Nei giorni scorsi, al BluePoint di Bruxelles si è svolto il Summit 2024 della campagna europea “Plastic Pirates – Go Europe!”, finanziata da Horizon Europe, a cui ha preso parte anche una delegazione italiana con gli studenti e i docenti di due scuole – Istituto Tecnico-Tecnologico Midossi di Civita Castellana (VT) e Liceo Scientifico Nomentano di Roma – che hanno aderito a livello nazionale a “Plastic Pirates – Go Italy!”.
Nel corso di questo appuntamento, esperti, giovani scienziati, insegnanti e decisori politici si sono riuniti per affrontare il ruolo della scienza dei cittadini nella lotta all’inquinamento da plastica, nell’ambito della “EU Mission Restore our Ocean and Waters by 2030”. Il Summit si è rivelato un’occasione per condividere i risultati emersi da “Plastic Pirates – Go Europe!” che, come sottolinea il CNR, ha dato un contributo fondamentale per affrontare il problema della plastica negli ecosistemi acquatici e rafforzare la scienza dei cittadini nell’Area Europea della Ricerca.