17/04/2019 – In Italia vengono consumati tra i 16 e i 20 milioni di bicchieri di plastica al giorno (secondo una stima di Plastic Consult), ma non sono stati inseriti nella Direttiva europea sul divieto della plastica monouso che include invece piatti e posate.
La direttiva prevede che tutti gli Stati membri dovranno vietare, entro il 2021, l’uso di prodotti plastici monouso più frequentemente rinvenuti in mare come posate (forchette, coltelli, cucchiai e bacchette), piatti, cannucce, cotton fioc in plastica non biodegradabili, bastoncini di plastica per palloncini, tazze in polistirolo espanso e contenitori per alimenti. Gli Stati membri dovranno, inoltre, garantire che almeno il 50% degli attrezzi da pesca contenenti plastica, smarriti o abbandonati, venga raccolto ogni anno, con un obiettivo di riciclaggio almeno del 15% entro il 2025. Tutte misure che serviranno a ridurre la mole dei rifiuti di plastica in mare del 50% entro il 2025 e dell’80% entro il 2030.
Per Marevivo è necessario vietare anche i bicchieri di plastica. Si tratta di prodotti usa e getta che si ritrovano spesso in spiaggia e rappresentano circa il 20% dei rifiuti marini. L’associazione ritiene fondamentale che il Governo inserisca, nell’atto di recepimento della direttiva comunitaria, anche il divieto dell’uso dei bicchieri di plastica, così come già previsto per altri prodotti. Un’integrazione che consentirebbe al nostro Paese di essere all’avanguardia e che sarà di certo considerata positivamente dalla Commissione Europea.
«Ho scelto di sostenere questa associazione – dichiara Andy Bianchedi, Cavaliere del mare di Marevivo – perché ne condivido le finalità e le modalità che portano ad azioni con risultati concreti. Mi sto battendo insieme a Marevivo per l’eliminazione della plastica monouso, supportando la campagna #StopSingleUsePlastic. Non si spiega perché i bicchieri non siano stati inseriti nella normativa, solo in Italia ne consumiamo tra i 6 e i 7 miliardi all’anno, è assurdo pensare di continuare così. Occorre vietare anche i bicchieri, la Direttiva europea è ancora migliorabile».